La causa del conflitto è rappresentata dal progetto di costruzione di un nuovo impianto d’incenerimento di rifiuti urbani in località Case Passerini, nel comune di Sesto Fiorentino al confine con il comune di Firenze. Leggi tutto...La costruzione di tale impianto, detto Termovalorizzatore della Toscana Centrale, è osteggiata dalla popolazione per vari motivi, tra cui: 1) rischio di diverse gravi patologie per la popolazione adulta e per i bambini residenti in una vasta area centrata sull’inceneritore [1], a causa delle emissioni di inquinanti in atmosfera [2][3]; 2) un aumento dell’emissione di gas ad effetto serra con la capacità di accelerare i cambiamenti climatici; 3) un costo aggiuntivo sotto forma di tasse per i cittadini; 4) il privilegiare la costruzione di un impianto di smaltimento che, anche se a recupero di energia, si trova nella zona bassa della gerarchia gestione rifiuti stabilita dalla direttiva CE 98/2008, a scapito di investimenti in impiantistica e sistemi gestionali nella zona alta della gerarchia (prevenzione, riuso e riciclo)[4]. Il nuovo inceneritore, indicato anche come “Inceneritore di Firenze”o “Inceneritore di Case Passerini”, sorgerebbe nella piana fiorentina, a 8 km dalla cupola del Duomo di Firenze, una zona ad alta densità di popolazione e classificata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) come una delle zone d’Italia e del mondo con più alto inquinamento da polveri sottili del tipo PM10 e PM2,5 (particelle di dimensioni inferiori, rispettivamente, a 10 micrometri e 2,5 micrometri)[5]. L’esposizione alle polveri sottili è strettamente correlata all’insorgenza di malattie croniche ed acute dell’apparato respiratorio, ad un aumento del tasso di mortalità prematura [6] e delle nascite pre-termine [7]. Nelle principali città della piana fiorentina la concentrazione media annua di polveri sottili supera i valori soglia raccomandati dall’OMS (fissati per i PM10 in 20 microgrammi al metro cubo e per i PM2,5 in 10 microgrammi al metro cubo), mentre i modelli predittivi dell’OMS indicano valori di inquinamento ancora maggiori, sia come medie annue che come valori giornalieri da non superare [8]. Numerose realtà storiche, associazioni e comitati si battono contro il termovalorizzatore della Toscana Centrale sin dal Febbraio 2000, quando il progetto per la sua costruzione è stato incluso all'interno del Piano provinciale di gestione dei rifiuti urbani adottato dal Consiglio Provinciale di Firenze [9]. Il 12 febbraio 2015 è stato costituito il comitato Mamme NO inceneritore, nato da un gruppo di mamme preoccupate per gli effetti nocivi e irreversibili che un inceneritore avrebbe avuto sulla salute degli abitanti della piana fiorentina e sull’ambiente. Il comitato, presto diventato il principale movimento cittadino che si oppone alla costruzione dell’inceneritore, ha come obiettivi primari di approfondire e promuovere le conoscenze sulla gestione dei rifiuti e sensibilizzare la cittadinanza attraverso iniziative di varia natura finalizzate alla divulgazione e alla conoscenza di metodi alternativi per la gestione e lo smaltimento dei rifiuti. A partire dalla sua creazione, il comitato ha organizzato numerosi incontri pubblici con esperti del settore, medici, gestori e tecnici del ciclo dei rifiuti, e ha più volte cercato il dialogo con gli amministratori dei comuni della città metropolitana di Firenze interessati dalla costruzione dell’inceneritore. Il numero degli attivisti è cresciuto considerevolmente nel tempo, inoltre numerosi cittadini dei comuni limitrofi a Firenze e Sesto Fiorentino, pur non essendo attivi in senso stretto all'interno del comitato, partecipano ormai sempre più di spesso alle iniziative organizzate per sensibilizzare la popolazione. Nel Giugno 2016, 272 medici hanno presentato una lettera aperta alle amministrazioni della piana fiorentina per chiedere di non procedere alla realizzazione dell’inceneritore a causa dei seri rischi di impatto sulla salute delle popolazioni residenti e lavoratrici [10]. Assieme ad altre associazioni e comitati che si battono per la tutela del territorio della piana fiorentina, il comitato Mamme NO inceneritore ha messo in atto una strategia di lotta composta da azioni legali, eventi di sensibilizzazione di massa, e di scienza cittadina per la creazione di un osservatorio cittadino della qualità dell’aria. AZIONI LEGALI Le associazioni ambientaliste WWF Italia, Italia Nostra e Forum Ambientalista hanno presentato due ricorsi successivi, confluiti poi in un unico procedimento, al TAR della Toscana contro l’autorizzazione alla costruzione del Termovalorizzatore della Toscana Centrale. Il comitato Mamme NO inceneritore, l'Assemblea per la piana contro le nocività e Zero Waste Italy sostengono fortemente queste azioni legali impegnandosi, a vario titolo, a farne conoscere i motivi alla popolazione e raccogliendo contributi per le spese legali. Il primo ricorso è stato presentato il 14 Luglio 2014 contro l'esito della Valutazione di Impatto Ambientale (VIA); il secondo è stato presentato a Gennaio 2016 contro l’Autorizzazione Unica, ossia l’autorizzazione definitiva alla costruzione, basata sulla VIA e su tutti gli atti della Conferenza dei servizi. Accogliendo alcune delle istanze presentate dalle associazioni ambientaliste, in data 8 Novembre 2016 il TAR Toscana ha annullato l’Autorizzazione Unica alla costruzione dell’inceneritore di Firenze [11]. La decisione del TAR si basava su alcuni vizi di forma nella procedura di concertazione fra i vari enti che sarebbero coinvolti dalla costruzione dell'inceneritore nell'ambito della Conferenza dei servizi, e non metteva in discussione la VIA, così come invece richiesto dalle associazioni ambientaliste nel primo ricorso del 14 Luglio 2014. Entrambe le parti, promotori e detrattori del termovalorizzatore, hanno fatto appello presso il Consiglio di Stato contro questa decisione del TAR. Da una parte ATO Toscana Centro e Qthermo, sostenitori dell'inceneritore, hanno chiesto che la sentenza del TAR Toscana fosse ribaltata; dall'altra le associazioni ambientaliste hanno fatto appello per le parti del loro ricorso relative al procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale che erano state rigettate dal TAR. Il pronunciamento del Consiglio di Stato è atteso per la fine del 2017. Nel frattempo, a fine Gennaio 2017, la Regione Toscana ha concesso la proroga di un anno per la data di inizio dei lavori per la costruzione dell'inceneritore [12]. Accanto all'impegno per la difesa del territorio e la salute dei cittadini della Piana fiorentina, il comitato Mamme NO inceneritore, assieme ad altre associazioni come Zero Waste Italy, sostiene anche azioni legali a livello nazionale, come il ricorso al TAR Lazio promosso dal Forum Ambientalista contro il decreto attuativo dell’art. 35 dello Sblocca Italia che prevede 8 nuovi inceneritori in tutta Italia. MANIFESTAZIONI Il comitato Mamme NO inceneritore ha inoltre organizzato varie azioni che hanno coinvolto un grande numero di cittadini (per la lista completa vedere documento allegato), tra cui: * Manifestazione dell’11 aprile 2015, a Firenze, partenza da via del Cantone loc. Osmannoro e arrivo a Novoli, al parco di San Donato alla quale hanno partecipato oltre 6000 persone [13]; *Concerto dell’11 giugno 2015 nel quartiere delle Piagge, a Firenze a 3 km dal luogo dove dovrebbe sorgere il nuovo inceneritore e a soli 300 m dal vecchio inceneritore di San Donnino (chiuso nel 1986 per eccesso di diossine rilevate nei terreni circostanti, la struttura è oggi utilizzata dal gestore Quadrifoglio come centro di raccolta di alcune tipologie di rifiuti [14]); oltre 10.000 persone hanno assistito al concerto, durante il quale si sono esibiti gratuitamente numerosi artisti e musicisti di fama nazionale [15]. *Manifestazione a Firenze il 14 maggio 2016 Fermiamo gli inceneritori! #UNVISIFAFARE con la partecipazione di 20.000 persone, partenza dal Parco di San Donato e arrivo in centro a Firenze Piazza della Repubblica con interventi e concertone conclusivo da camion palco; a detta di molti la più grande manifestazione a tema ambientale svoltasi a Firenze negli ultimi 15 anni [16]. Il 25 aprile 2018 è arrivata l’ordinanza Tar con cui la costruzione dell’inceneritore di Firenze è stata bloccata: in questo modo è stato reso inapplicabile l’articolo 35 dello Sblocca Italia, con cui il Governo intendeva costruire otto nuovi inceneritori in Italia, fra cui anche quello di Firenze: il ricorso dei comitati è dunque stato accolto [17], [18], [19], [20], [21]. (Vedi meno) |